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S.R.L non sempre una scelta sicura

E’ convinzione comune che la società di capitali, normalmente nella forma della S.r.l, rappresenti per l’imprenditore una soluzione di garanzia per il suo patrimonio personale. Tuttavia questo assunto, per quanto generalmente corretto, non lo è in assoluto e dunque non è sempre una scelta sicura.

Se è vero, infatti, che la società risponde dei debiti societari soltanto con il suo patrimonio, è anche vero che vi sono casi nei quali l’imprenditore, nel momento in cui assume lo status di amministratore della società come spesso accade nelle realtà medio-piccole, espone di fatto il suo patrimonio personale a possibili pericoli.

L’amministratore di una S.r.l, infatti, è tenuto al rispetto di una serie di obblighi e, in particolare, quello della diligente conservazione e gestione del patrimonio societario. Se si considera che il patrimonio sociale rappresenta l’unica garanzia per i creditori della società, mancando nelle società di capitali il correttivo della responsabilità illimitata dei soci tipica delle società di persone, la ragione di tale obbligo è presto spiegata.

L’obbligo di conservazione si considera violato ogniqualvolta la condotta dell’imprenditore costituisca la causa, colpevolmente addebitabile, di una lesione all’integrità patrimoniale societaria. Ciò può accadere attraverso la violazione della legge, dell’atto costitutivo o dello statuto, della buona fede societaria e degli obblighi di buona amministrazione. Si pensi, in particolare, all’alterazione delle scritture contabili e del bilancio, alla spendita del nome della società per fini diversi da quelli societari, alla consapevole assunzione di obblighi economici non sostenibili, alle false dichiarazioni volte all’impiego di fondi societari, agli inadempimenti in materia di liquidazione e scioglimento della società, alle violazioni fiscali.

In tutti questi casi, quindi, la schermatura societaria che l’imprenditore-amministratore riteneva impenetrabile viene fatalmente “bucata” aprendo a conseguenze economiche drammatiche e generando responsabilità diretta nei confronti dei terzi creditori, dei soci, degli organi sociali e della stessa società.

Neanche la preventiva approvazione dell’assemblea dei soci, o la successiva ratifica da parte della stessa, libera l’imprenditore-amministratore dalla suddetta responsabilità. Anzi, simili azioni, spesso riscontrate nella prassi e accompagnate dalla convinzione che si possa così “scaricare” la responsabilità sulla sola società, si rivelano ulteriormente deleterie in quanto aggiungono alla responsabilità dell’amministratore quella dei soci che hanno approvato l’atto illecito o concorso alla sua commissione.

Alla luce di quanto brevemente illustrato, l’opzione volta alla costituzione di una società di capitali, nella fattispecie la S.r.l, non rappresenta, da sola, una soluzione sufficiente, dovendo l’imprenditore mettere in atto soluzioni preventive di tutela del suo patrimonio personale dal momento che rimedi posteriori potrebbero rivelarsi inutili o, poiché tardivi, revocabili dai creditori.