L’accertamento bancario è uno dei principali strumenti utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per individuare i redditi evasi da parte delle imprese e da parte delle persone fisiche.
Quando si avvia un’attività, che si tratti di un’impresa individuale o di una professione autonoma, ci sono molte decisioni da prendere. Una delle più importanti è quella di aprire un conto corrente dedicato esclusivamente all’attività professionale. Potrebbe sembrare un passaggio secondario, ma in realtà è fondamentale per la gestione efficace delle finanze aziendali.
Un conto corrente dedicato offre numerosi vantaggi. Innanzitutto, consente di separare le finanze personali da quelle aziendali. Questo è cruciale per tenere traccia delle entrate e delle uscite legate all’attività, facilitando la gestione contabile. Quando le spese personali e aziendali sono mescolate, diventa difficile capire quanto si sta realmente guadagnando e dove si stanno investendo le risorse. Un conto separato semplifica la rendicontazione e rende più facile preparare la dichiarazione dei redditi.
Un altro aspetto importante è la gestione delle spese. Con un conto corrente dedicato, è più facile monitorare le spese aziendali e identificare eventuali aree in cui si possono ridurre i costi. Inoltre, molte banche offrono strumenti di gestione delle spese e reportistica che possono aiutare a tenere sotto controllo il budget aziendale. Questi strumenti possono rivelarsi preziosi per prendere decisioni informate e strategiche.
In tema di accertamento delle imposte sui redditi, infatti, qualora l’accertamento effettuato dall’Ufficio finanziario si fondi su verifiche di conti correnti bancari, si determina un’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente (ovvero di ognuno di noi), che deve dimostrare che i movimenti bancari sono riferibili ad operazioni imponibili, fornendo una prova specifica con indicazione per ogni versamento bancario.
Qualora non sia contestata la legittimità dell’acquisizione dei dati risultanti dai conti correnti bancari, spiega la Cassazione, gli stessi possono essere utilizzati sia per dimostrare l’esistenza di un’eventuale attività occulta (impresa, arte o professione), sia per quantificare il reddito da essa ricavato, attribuendo sul contribuente l’onere di provare che i movimenti bancari che non trovano giustificazione sulla base delle sue dichiarazioni non sono fiscalmente rilevanti.
Si rischia quindi, oltre sanzioni ed interessi dovuti dal controllo, di non poter scaricare delle spese e subire la tassazione per quegli importi che non hanno una pezza giustificativa a supporto!
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